29 luglio 2006

La chiesa di S. Martino a Quona

La Chiesa di S. Martino sorge a circa un km, dell’antico sito del castello di Quona, e sia il popolo di S. Giusto che quello di S. Martino sono già ricordati nel libro di Montaperti del 1260 - si tratta di un elenco comprendente i popoli del contado che fornirono uomini alla Repubblica Fiorentina nell'occasione della storica battaglia contro la Repubblica di Siena - ove risultano dipendenti al piviere di Remole.
Le prime notizie certe relative alla chiesa risalgono al 1274, quando compare in un elenco di chiese paganti la decima pontificia.

Da un punto di vista architettonico le tappe degli interventi edilizi o di restauro sono scanditi da poche date:
- nel 1585 venne inserito nella facciata della chiesa un portale di ingresso, come si deduce da un’iscrizione latina posta sopra di esso;
- nel 1745 fu ordinato allo scultore Domenico Ciottoli di rifare l’altare maggiore e di scolpire e realizzare i due confessionali laterali tutt’oggi esistenti.
- del 1781 è una mappa (conservata presso la chiesa di S. Michele a Pontassieve) disegnata dall’autore del "plantario" della Comunità di Pontassieve,
Raffaello Paganelli, da cui desumiamo la planimetria degli edifici che compongono il complesso parrocchiale e gli annessi, nonché l'uso di ogni ambiente: in particolare si può notare come l’edificio fosse più piccolo dell’attuale e fosse preceduto da un piccolo cimitero.
Nelle mappe del catasto generale toscano (1820), la pianta della chiesa non appare mutata rispetto agli anni precedenti, il cimitero è ancora davanti alla Chiesa. Nei decenni successivi l’edificio venne sopraelevato e ampliato sul fronte occupando l'area cimiteriale, mentre rimase invariato in larghezza; il portale cinquecentesco fu smontato e rimontato sulla nuova facciata.
Il controsoffitto in cannicciato fu dipinto con temi classici dal pittore milanese Luigi Ademollo.
La parte tergale dell’aula viceversa rimase inalterata, con il campanile duecentesco che venne abbattuto nel 1855 e al suo posto fu costruito l’attuale campanile a torre, progettato da Giuseppe Gondi, e finanziato da alcune famiglie nobili (tra cui i Ricasoli Firidolfi, il cui stemma figura sulla facciata del muro posto a fianco alla chiesa).
Altri lavori di ristrutturazione furono compiuti nel 1902, come è attestato da un'incisione sul palco dell’organo bisognoso di restauro per ascoltare nuovamente le sue note: in quell’occasione Leto Chini eseguì molte decorazioni pittoriche per la volta e le pareti della Chiesa e per la canonica, e con tutta probabilità venne anche chiuso l’oculo della facciata per permettere l’inserimento dell’organo.
Infine il restauro del 2003 che ha recuperato la funzionalità della Chiesa e gli affreschi rendendola di nuovo agibile alle funzioni religiose che si tengono una volta al mese, solitamente il primo sabato del mese, e ai matrimoni.
Prima e dopo il
restauro vi si sono tenuti diversi concerti di musica jazz, sin dal 1996, nell’ambito dell’iniziativa “Pievi nella Campagna” promossa dal Comune con l’intento di valorizzare i beni culturali e la storia locale, obiettivi che sembrano essere in fase di abbandono da parte della nuova amministrazione eletta nel 2004.

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